lunedì 24 gennaio 2022

I nostri piedi negli anni del Covid

Da ormai due anni la nostra società è cambiata, e con lei anche noi stessi.
Molti di noi si sono trovati a fare dei cambiamenti nella propria vita, 
piccoli o grandi che siano, sia a livello professionale che famigliare. 
Sono cambiate anche le nostre abitudini e molti hanno rivisto le proprie priorità. 
L'emergenza sanitaria ha fatto si che la precedenza venisse data alle problematiche legate a questo periodo, lasciando in secondo piano e rimandando tutto ciò 
che poteva essere rimandato.
Tra queste "non priorità" vi sono sicuramente interventi chirurgici non urgenti, tra i quali rientrano quelli ortopedici e in particolare il nostro caso, l'allungamento di un metatarso.
Molte persone che mi hanno contattato mi hanno espresso questa loro difficoltà, 
questo imprevisto che sono sono trovati ad affrontare, ed hanno quindi dovuto 
rimandare o adattarsi alla situazione e decidere se affrontare l'intervento 
e la successiva convalescenza durante questi mesi.

Ho pensato di raccogliere le esperienze di chi si è operato durante questo periodo 
e arricchire così le informazioni per chi, da oggi, valuterà l'idea di realizzare il sogno 
ed avere finalmente i piedi che vuole.

Quanti di voi hanno deciso di sottoporsi a questo importante cambiamento 
durante lo scorso anno?
Come hanno affrontato l'iter? 
E oggi come valutano la loro esperienza?

Se ti va di raccontarmi, puoi lasciare un commento qui sotto 
oppure scrivermi su facebook alla pagina @SofiaGobbiHolisticHealing

venerdì 18 maggio 2018

Cosa vi porta a cambiare?

Un intervento chirurgico porta con sé tante cose: ansie, dubbi, dolore, anestesia che rimane per più o meno tempo nel nostro corpo (e che impieghiamo molto per smaltire); ma anche cambiamento e, nella maggior parte dei casi, un miglioramento. Un intervento chirurgico per la correzione di un dito più corto è anche questo. Le motivazioni che spingono le persone che mi hanno scritto ad optare per la correzione sono molteplici, ma con in comune un obiettivo che vogliono raggiungere da tempo e la speranza che un giorno questo si realizzi. La chirurgia non fa miracoli. Come mi ha detto il mio ortopedico quando, dopo l'intervento di rimozione, notando una rigidità dell'articolazione e la calcificazione leggermente storta del metatarso, ho chiesto spiegazioni, "l'intervento è andato bene, ma è comunque un piede operato, e non potrà mai essere come l'altro". E' una cosa che dobbiamo sempre RICORDARE.

venerdì 20 ottobre 2017

lo sport

Sinceramente la differenza si nota, eccome...

Prima dell'intervento la sensazione del piede sinistro era stranissima paragonata alla percezione che ho adesso. Più di 20 anni a camminare e correre con un appoggio non completo del piede e te ne accorgi solo quando le cose cambiano, e ripensando a prima è come se non fossi stata "completa".
Nonostante la rigidità che ho ancora all'articolazione del dito, riesco a fare quasi tutto (è un po' doloroso stare in punta di piedi). Faccio yoga, corsa e personal training molto semplicemente e senza problemi.
Qualche tempo fa feci un plantare in sanitaria e ortopedia e lo porto praticamente tutti i giorni.
Lo consiglio anche a chi non ha intenzione di operarsi, almeno per il momento.

:)
Sofia

martedì 5 settembre 2017

La scarpa

Da subito dopo l'intervento, avendo il fissatore esterno, il piede non entrava nelle scarpe che usavo normalmente. L'ortopedico mi ha suggerito di trovare una scarpa/sandalo/ciabatta che avesse lo strappo, così da regolarlo sopra al fissatore. In sanitaria ho trovato una scarpa ortopedica come questa, che ho portato durante i mesi più freddi perché un po' imbottita. A vederla mi è sembrata scomodissima, mi chiedevo come avrei fatto a camminarci, ma portandola mi sono trovata benissimo. Inizialmente appoggiare a terra le dita può essere fastidioso, e questa scarpa non le fa appoggiare.

domenica 25 giugno 2017

Estate = sandali

Quando, un anno fa, aspettavo di rimuovere il fissatore, era già estate, e il bisogno di scoprire il piede iniziava a farsi sentire. Doverlo fasciare con il cotone per proteggere il fissatore dagli urti mi faceva molto caldo, quindi cercavo una calzatura aperta che che mi permettesse di poterla portate con l'ingombro del fissatore. L'unica soluzione era qualcosa che avesse lo strap e che si regolasse, in modo da non stringere sopra al ferro.
Ho trovato questi sandali
 molto pratici e davvero comodi, finalmente freschi! Li ho indossati fino alla rimozione del fissatore. Li consiglio a chi deve portate il fissatore in situazioni di clima caldo o che comunque non riesce a portare le scarpe chiuse.

giovedì 15 giugno 2017

Contatto Diretto

per chi volesse contattarmi in chat, può scrivermi un messaggio alla mia pagina facebook:

https://www.facebook.com/sofiagobbilifecoach/

:)

martedì 31 gennaio 2017

Consigli

Ricevo numerosi contatti da persone che vogliono trovare una soluzione per questa "condizione" per la quale ho creato il mio blog.
Suggerisco loro una visita ortopedica da un chirurgo che abbia GIA' OPERATO una BRACHIMETATARSIA (sono veramente pochi, rari direi) e solo dopo pensare ad un eventuale intervento. Esattamente come ho fatto io.
Consiglio di rivolgersi a chi ha già operato questi casi perché si tratta di un intervento di microchirurgia e non tutti gli ortopedici sono preparati.
Alcuni addirittura non hanno mai visto una brachimetarsia, essendo rara.
Recentemente infatti ho incontrato un ortopedico che mi aveva vista prima dell'intervento ed è rimasto stupito dal risultato, nonostante non sia ottimale, probabilmente perché non aveva mai visto una brachimetatarsia operata.

Non è semplice trovare subito quello giusto, appena si decide di voler risolvere una "situazione" scomoda, che ci fa vergognare dei nostri piedi o che ci causa dolore.
Io ho impiegato un paio di mesi prima di trovare il mio chirurgo.

Inoltre, è estremamente IMPORTANTE che ci dia FIDUCIA, a pelle: interverrà sul nostro corpo, dobbiamo poterci fidare.